Turismo Dentale Malta – Clinica Savina Parte 1

Tourist si trova alla clinica Savina di Malta

 

 

Intervista integrale (parte 1). Vai alla Parte 2 dell’intervista.

 

Oggi ci troviamo qua con Dr. Joseph della Savina dental clinic per l’esattezza siamo a Gozo, una delle due cliniche del dottor Joseph.

Permettimi di ringraziarti prima di tutto per l’ospitalità. Joseph, posso darti del tu?

Come no!

Ok, diamoci del tu. Io vorrei parlare con te oggi di quello che è l’argomento secondo me che dovrebbe essere affrontato per primo quando si decide di curarsi all’estero, ovvero la prima visita.

La prima visita io ritengo che non sia una occasione solo per avere un preventivo quindi un prezzo o un costo di un trattamento dentale, ma che sia una grossa opportunità per il paziente di chiarirsi tanti dubbi e capire un attimo quel che si farà e quelli che sono i risultati che potrà ottenere, se li potrà ottenere etc.

Tu ritieni allo stesso modo, come io ritengo, che sia un giorno importante la prima visita del paziente?

Assolutamente si, prima di tutto noi dobbiamo conoscere il paziente come persona, come soggetto anche che dev’essere trattato, ma anche il paziente deve iniziare a conoscere noi. Perché senza la fiducia assoluta del paziente verso il personale, l’odontoiatra magari anche il suo Team, sicuramente il paziente non ci darà mai la possibilità ti trattarlo.

Hai parlato di fiducia, dopo ti vorrò fare qualche domanda su questo argomento.

Certo.

 

Cosa significa curare un paziente?

Allora, il paziente viene qua sempre già un pochino intimorito, no?!  Un po’ indeciso, non sempre sa esattamente che vuole o che gli serve per risanare la bocca.

Allora, è vero che la bocca è stata un po’ trascurata, è vero che non è informato, questo non ci da mai la possibilità di usufruire o di abusare di questa situazione del paziente.

Noi prima di tutto cerchiamo anche di metterlo il più rilassato possibile, più rilassato di come si può trovare in uno studio dentistico e dopodiché cerchiamo di sapere un po’ di tutto da..

Quindi lo ascoltate?

Si lo ascoltiamo, non soltanto ciò che riguarda la sua salute dentale, salute generale, ma anche come persona, quali sono i loro timori, quali sono le loro preoccupazioni, e poi cerchiamo anche di sapere ciò che vogliono raggiungere, non come vogliono raggiungerlo, a quello ci pensiamo noi, ma invece il risultato che loro vorrebbero. Una bocca sana, priva di alito cattivo magari, non necessariamente denti più bianchi, non necessariamente denti più allineati, ma una bocca sana, comoda, senza dolore e funzionante.

 

Scusa se ti interrompo Joseph, io alla fine mi sono fatto un’idea, diciamo in questi anni, studiando il fenomeno del turismo dentale, ma anche l’odontoiatria, che fondamentalmente i problemi che può avere un paziente sono di tre categorie, funzione, funzionalità, estetica o salute.

Salute, esattamente, si.

Sono collegati questi?

Sono collegati, si. Non si può mai avere l’estetica buona senza la salute, quello si, si può anche avere una bocca sana, ma non necessariamente esteticamente bella. Se il paziente può vivere con i denti storti, quale è il problema?

Quindi è importante sapere prima quale è il suo obiettivo?

Esattamente.

Perché? Perché è fondamentale saperlo?

Allora, immagina che io vedo i tuoi denti, che sono storti magari, e la prima cosa che mi viene in mente è riallinearli, per te, senza rendermi conto che il parodonto è completamente partito.

Parodonto?

Il parodonto sono le gengive, scusa, ogni tanto qualche parola tecnica mi sfugge. Le gengive sono malate, c’è infezione, c’è sanguinamento, c’è cattivo odore, c’è recessione dell’osso, che è molto serio.

Allora, noi cerchiamo di riallineare questi denti, ed entro un paio d’anni, dopo cade tutto. Questa sicuramente non è una cura di una persona.

Cioè l’obiettivo sarebbe raggiungibile, ma non è sostenibile?

Esattamente, ma si possono sempre allineare i denti, anche se non sono sani, quale è il problema? Si può anche toglierli tutti e mettere una dentiera, ma quello nemmeno è il nostro obiettivo…

 

Io mi sono reso conto, o meglio, ho forse capito perché i pazienti non si fidano della classe medica, dei dentisti e dei medici in generale.

La fiducia nei vostri confronti è un po’ difficile da raggiungere, come per me potrebbe essere difficile avere totale fiducia, per esempio di un elettrauto, io non capisco niente di automobili, oppure di un idraulico.

Come posso io avere fiducia di un idraulico, secondo te perché non posso avere fiducia di un idraulico in maniera completa dal primo istante?

La fiducia è una cosa che si coltiva, non è una cosa istantanea, io penso che come io vado da un professionista, un idraulico magari, se l’idraulico mi spiega bene quello che è il mio problema con il sistema idraulico, se mi da un preventivo non straordinario, non sto parlando di cifre, ma un obiettivo raggiungibile un preventivo si una cosa che prima di tutto io devo capire, ovviamente me lo devo permettere, e abbastanza mi devo sentire confidente per andare avanti.

E se ti dicesse solo il prezzo?

Se è solo il prezzo, penso che noi partiamo già da un punto debole, se il paziente ci sceglie soltanto per motivi di prezzo basso, allora io penso che l’obiettivo, non sarà mai raggiungibile nel modo migliore.

Al 100%, esattamente.

 

Oltre bisogna comunicare anche qualcos’altro?

Si, certamente, prima di tutto io devo comunicare al paziente che so esattamente quello che sto facendo. Io devo comunicare al paziente tutte le opzioni, io implantologo o chirurgo è vero, ma gli impianti non sono sempre l’unica soluzione. Sono molte volte una soluzione, straordinariamente buona, perché tra la protesi rimovibile, e la protesi fissa su impianti, c’è veramente una differenza notevole.

Spesso tutti i pazienti capiscono subito che non possono raggiungere un obiettivo?

Io direi no, subito no, perché è una cosa che evolve. Evolve mentre noi facciamo le prime discussioni, magari cerchiamo di fare due sedute diverse, la prima noi ci iniziamo a conoscere noi stessi, la seconda per approfondire un pochino il discorso, magari avendo già eliminato i due estremi, per esempio la protesi rimovibile.

La dentiera?

La dentiera, si, il paziente non vuole farla allora parliamo solo di protesi fissa. Quando iniziamo a parlare di protesi fissa ci sono opzioni, ci sono dei ponti tradizionali, che si sostengono ai denti naturali, che rimangono, quando è possibile, e ci sono anche gli impianti. Il fatto è che avendo eliminato queste opzioni con cui il paziente non si sente a suo agio facendole, allora possiamo approfondire il discorso magari delle ultime due opzioni.

 

Cosa intendi per approfondire il discorso?

Allora, è molto difficile spiegare in un primo colloquio che ne so’, 45 minuti, un ora anche di più, i principi complessi di un lavoro su impianti no!? Noi iniziamo prima di tutto a spiegare cosa è un impianto, c’è quel paziente che sa di impianti ma non sa esattamente cos’è: i materiali, le marche diverse, perché uno è preferibile rispetto un altro, ok?

Poi iniziamo anche a mostrargli le lastre che adoperiamo e altri test che molte volte dobbiamo fare per stabilire se il paziente è un candidato idoneo per fare questi..

Quindi se lo deve meritare l’impianto?

Esattamente, non solamente meritare ma anche..

Permettere, insomma, il suo corpo…

Esattamente, per esempio un paziente che ha subito un trattamento radioterapeutico…

Che?

Allora, i raggi per un tumore sul collo, o sulla testa, anche dieci anni prima purtroppo, l’osso avrà subito dei danni, diventa molto più fragile, diventa molto meno vascolarizzato, si certamente.

E’ un po’ come una frattura quindi l’impianto?

No i tempi di guarigione.. Non guarisce.. Rechiamo più danno che..

E se quel paziente vi dice: si però io voglio gli impianti..

Allora, se il paziente ci chiede gli impianti a prescindere da tutto, anche le spese, ma medicalmente non può farlo, noi non glieli facciamo mai, perché è una cosa che io sinceramente, quando tratto un paziente dico tra me e me, se questo paziente sarebbe stato mio fratello, l’avrei fatto il lavoro?

Se rispondo no.. non si fa mai.

Scusa Joseph, si dice “fosse stato” non “sarebbe stato”.

Ok, scusate il mio italiano poverissimo..

No, è simpatico, devo dire che io sono sbalordito dal fatto che dove vado e vado, tutti conoscono l’italiano, però gli italiani non conoscono neanche l’inglese.

Forse anche un po’ meno…

Il maltese forse quasi nessuno degli italiani..

Eh si..

 

Il fatto è questo, non si può fare un intervento chirurgico se il paziente non è in grado di subirlo, e non è in grado di subirlo praticamente.

Senti ieri abbiamo chiacchierato no?! E mi parlavi invece del consenso informato, che roba è questo consenso informato? Di cosa si tratta?

Allora, alla fine di tutte le disquisizioni, quando abbiamo anche trovato l’accordo di tutti i dettagli, la fase preparatoria, la fase chirurgica, la fase restaurativa e anche il preventivo di spesa, il paziente deve avere una copia di tutto questo scritta in lingua comprensibile, in lingua italiana, non termini.. In italiano sempre, ma anche con parole non tecniche.

Comprensibile, si, anche da un non addetto ai lavori?

Esattamente, deve essere mirato al paziente questo documento..

 

Il documento stabilisce cosa sono gli obiettivi, come raggiungiamo questi obiettivi, in fasi diverse, un idea, non magari precisissima, dei tempi, e alla fine. Tempistica. E alla fine un preventivo esatto, quello dovrebbe essere esatto, magari la tempistica no, ma la cifra che spende il paziente deve essere precisa. Se ci sono dei dubbi, se noi dobbiamo fare un aumento dell’osso, che non si può stabilire prima, ma solo durante la chirurgia, il paziente sa che potrebbe aggiungere due o trecento euro in più, ma è una cosa che il paziente già sa.

Alla fine di questo, c’è un altra pagina, dove il paziente dichiara, e firma che lui ha capito tutto, che ci ha risposto in maniera onesta, della sua condizione di salute, questo è molto importante, ovviamente perché?

Perché noi abbiamo spiegato le possibili complicanze e anche le possibilità che il piano di cura possa essere cambiato appena appena per qualche motivo anche qualche imprevisto.

E questo tipo di informazione è obbligatoria in Europa?

Io direi di si.

A prescindere dall’Europa noi l’abbiamo fatto sempre.

Perché è una cosa che mostra la serietà sia del paziente, che fa queste cose con il nostro studio, ma anche il modo in cui noi programmiamo i lavori.

 

C’è anche un piccolo paragrafo, corto corto, che parla di manutenzione. Dal momento in cui l’impianto è guarito e l’abbiamo caricato con la corona, il ponte eccetera, poi tocca al paziente tenerlo pulito e tenerlo sano.

Per la manutenzione serve proprio poco, c’è il controllo ogni sei mesi, una radiografia, la lastra ogni 18 mesi o anche addirittura ogni 2 anni.

E quando non c’è il dentista a casa?

Naturalmente lo spazzolino ogni giorno, quello è fondamentale, il collutorio.

Un giorno si e un giorno no il collutorio?

No, anche due, tre volte al giorno, non bisogna usarne grossi volumi, un cucchiaio va’ più che bene, l’importante è tenerlo in bocca e farlo girare.

E sotto i ponti?

Sotto i ponti si può, possono essere adoperati degli spazzolini interdentali, scovolini, ci sono anche il “floss” o il filo interdentale, ci sono versioni di floss che si possono mettere anche sotto i ponti, dove, esattamente non si può passare tra un dente e l’altro perché sono collegati.

E’ un po’ come, sarebbe come dare ad un paziente la Ferrari, senza però avergli fatto fare un corso di guida veloce?

Esattamente.

Va fuori strada?

E quella è una cosa che alla fine del piano, della cura, noi passiamo una mezzora con il nostro igienista per fargli spiegare, dall’igienista al paziente esattamente come si adoperano queste piccole cose, che fanno tutta la differenza per la durata, sul lungo periodo..

 

Io mi chiedo perché il mio elettrauto non mi ha mai fatto una cosa del genere, tutti questi fogli, che mi spiegano esattamente il problema della mia auto.

Eh, allora. Però voi, insomma.. Sarebbe un mondo migliore, o meglio diciamo, aiuta parecchio a raggiungere la fiducia.

Purtroppo la documentazione può essere anche esagerata, perlomeno un po’ più del minimo indispensabile bisogna anche darla.

Soprattutto quando si parla di salute.

Esattamente, il paziente, noi non possiamo assumere che il paziente sa anche pulire i denti bene, perché quella è una cosa che va anche insegnata no?!

Molte volte il paziente è arrivato a quel, è ridotto in quella situazione perché non ha tenuto una igiene orale buona…

 

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